Dopo la violazione dello spazio aereo polacco da parte di droni russi, la Nato avvia la missione Sentinella Est.
Negli ultimi giorni l’attenzione internazionale si è concentrata sul fronte orientale dell’Alleanza Atlantica. Dopo la violazione senza precedenti dello spazio aereo polacco da parte di droni russi, la Nato ha deciso di mostrare i muscoli con una nuova missione, chiamata Sentinella Est. Si tratta di un’operazione volta a rafforzare il fianco orientale con mezzi militari tradizionali, come jet da combattimento, ma anche con nuove capacità studiate appositamente per contrastare la minaccia dei droni.
Come riportato da ansa.it, fonti diplomatiche alleate hanno inoltre rivelato che si discute l’ipotesi di una no-fly zone ridotta, una sorta di area cuscinetto tra Polonia e Ucraina, con lo scopo di neutralizzare i droni russi prima che possano entrare nello spazio Nato. Tuttavia, questa opzione è ancora in fase di valutazione e manca il consenso unanime tra gli alleati.

Le dichiarazioni di Rutte e Grynkewich
Il segretario generale della Nato Mark Rutte ha sottolineato la gravità dell’accaduto: “Che l’attacco sia stato intenzionale o meno la Russia ha violato lo spazio aereo della Nato, su una scala mai vista prima. Pertanto noi come Nato dobbiamo dimostrare chiaramente la nostra determinazione e la nostra capacità di difendere il nostro territorio: ed è proprio questo lo scopo di Sentinella Est”.
Anche il Comandante Supremo alleato in Europa, generale statunitense Alexus Grynkewich, ha rimarcato il successo della risposta polacca ma ha invitato alla massima vigilanza: “Sebbene la nostra attenzione sia immediatamente rivolta alla Polonia, questa situazione trascende i confini di una singola nazione: ciò che colpisce un alleato colpisce tutti noi”. Grynkewich ha inoltre promesso un rafforzamento della presenza Nato “dal Mar Baltico al Mar Nero al Mediterraneo”.
Il contributo degli alleati e la sfida tecnologica
Diversi paesi hanno già annunciato il proprio sostegno a Sentinella Est: la Danimarca contribuirà con due F-16 e una fregata antiaerea, la Francia con tre Rafale, la Germania con quattro Eurofighter e il Regno Unito ha offerto disponibilità a ulteriori rinforzi.
L’operazione, secondo i comandi Nato, sarà “flessibile e agile, garantendo una deterrenza e una difesa ancora più mirate esattamente quando e dove necessario”. Saranno integrate difese aeree e terrestri, insieme a un potenziamento della condivisione di informazioni tra i membri.
Un altro punto cruciale riguarda la minaccia tecnologica. Se da un lato la Nato ha dimostrato capacità di abbattimento, dall’altro diversi osservatori fanno notare che i droni eliminati rappresentano solo una parte di quelli penetrati nello spazio aereo, e che sono stati usati sistemi d’arma sofisticati e molto costosi. Non a caso, il Comando Trasformazione della Nato è ora coinvolto per sviluppare nuove soluzioni anti-drone, capaci di affrontare una minaccia sempre più diffusa ed economica.